Lo Sportello Decentrato del Catasto: il percorso dal 2000 al 2007
Di seguito viene descritto l'iter amministrativo, procedimentale e metodologico dello sportello catastale decentrato.Il Piano di Decentramento dell’ Agenzia del Territorio
Un piano di decentramento è in generale un processo con il quale si intendono conferire ai Comuni nuove funzioni e trasferire agli stessi risorse umane e finanziarie, necessarie per gestire i servizi in forma autonoma e decentrata presso ciascuna realtà locale.
Naturalmente per poter fare ciò gli enti locali devono poter rispondere in maniere efficiente e dinamica alla complessità dei problemi connessi all’ esercizio delle funzioni trasferite.
A questo proposito, l’ Agenzia del Territorio sta sviluppando un complesso progetto per definire sotto il profilo tecnico, metodologico ed organizzativo le linee guida per il decentramento, tenuto conto di quanto previsto dalla normativa circa le procedure che dovranno completarsi entro il 2006.
L’ Agenzia del Territorio, dunque, sta portando avanti un fitto rapporto con i Comuni in forma singola o associata e con le Comunità Montane, si tratta di una vera e propria interazione necessaria e fondamentale per far si chè il processo di decentramento abbia una sua validità.
Lo sviluppo della prima fase progettuale, relativa alla definizione delle linee guida del processo di decentramento , ha portato alla stesura di un piano preliminare di attività.
Di particolare rilievo è la sensibilizzazione delle amministrazioni comunali sui temi del decentramento. A tal proposito tutti i sindaci dei comuni hanno ricevuto una informativa dettagliata dal Ministro per l’ Economia e le Finanze, con la quale i Comuni sono stati invitati a far conoscere la propria volontà circa le modalità con le quali intendono esercitare le funzioni catastali, se direttamente, in forma singola o associata e tramite le Comunità Montane, oppure mediante delega all’ Agenzia del Territorio. E’ evidente che il nuovo sistema che si sta realizzando dovrà tenere conto della correlazione tra il territorio e la struttura operativa che dovrà servire ciascun bacino di utenza. Per questo motivo, non può essere predefinito un modello organizzativo standardizzato, nel senso di una applicazione uguale per tutte le diverse realtà territoriali.
Lo Stato si è riservato in materia di catasto solo funzioni di indirizzo , disciplina delle imposte , controllo di qualità e gestione unitaria delle informazioni e per questo si avvale della propria struttura tecnica che è proprio l’ Agenzia del Territorio. Il piano di decentramento porta quindi i Comuni ad essere i veri protagonisti, essi, infatti, sono sempre più coinvolti nella gestione del catasto, non sono più semplici utenti ma titolari delle funzioni catastali e dei servizi. I Comuni, in forma singola o associata o tramite le Comunità Montane sono sempre più chiamati a decidere le politiche del proprio territorio, soprattutto nelle operazioni che riguardano l’ imposizione e la riscossione delle imposte connesse al patrimonio immobiliare.
Infatti, soltanto se si riuscirà ad attuare il collegamento informatico tra la documentazione catastale e la realtà territoriale si avrà la trasparenza e l’ equità nell’ attribuzione e ripartizione della fiscalità immobiliare e nell’ espletamento di altri importanti servizi.
Il Quadro Normativo
In esecuzione della Legge 59 del 15 Marzo 1997 con la quale è stato attribuito al Governo il riordino delle funzioni e dei compiti alle regioni e agli enti locali e l’individuazione dei beni e delle risorse finanziarie da trasferire e ripartire ai fini del decentramento, è stato emesso il D.Lgs. 112 del 31 Marzo 1998. Tale provvedimento ha stabilito i compiti deputati allo stato ed agli Enti locali in materia di Catasto. L’art. 66 stabilisce che”….siano decentrate tutte le funzioni relative alla conservazione , utilizzazione ed aggiornamento degli Atti del Catasto ed i relativi processi di revisione degli estimi.”
Con il successivo decreto legislativo n. 300 del 30 Luglio 1999 è stata istituita, tra le altre l’ Agenzia del Territorio operante in qualità di “ organismo tecnico” per conto dello Stato per l’ esercizio delle funzioni e dei compiti catastali.
Per definire in maniera puntuale le risorse collegate all’operazione di decentramento è stato emanato un primo DPCM in data 19 Dicembre 2000 con il quale sono state individuate a livello nazionale le risorse, di personale e finanziarie da destinare ai comuni per l’ esercizio delle funzioni. Un secondo DPCM del 21 Marzo 2001 ha ridistribuito a livello provinciale le suddette risorse.
E’ in corso un intervento di sensibilizzazione grazie anche al contributo delle realtà locali e delle Comunità Montane che operano sulla base di un protocollo d’ intesa sottoscritto nel Febbraio 2002 in collaborazione con le strutture compartimentali periferiche dell’ Agenzia del Territorio.
L’ Agenzia del Territorio al fine di portare a termine il piano di decentramento così come previsto dal D.L.vo. n°112/98, nell’ ottica di programmare in maniera tempestiva le attività degli Enti interessati al decentramento delle funzioni catastali sta operando tramite le strutture regionali e provinciali dell’ Agenzia; infatti, agli uffici regionali e provinciali spettano alcune importanti attività sul piano pratico ed operativo: l’ identificazione delle risorse, la formazione del personale, la separazione degli archivi, l’ aggiornamento e la digitalizzazione delle mappe catastali e l’ avvio di tutte le procedure per rendere attivi i Poli Catastali. Le sedi compartimentali regionali e provinciali, dunque, costituiscono dei veri e propri nuclei operativi per il decentramento.
Il direttore centrale “Cartografia e Catasto” dell’ Agenzia del Territorio, ing. Carlo Cannafoglia così definisce il piano del decentramento: il processo di decentramento è un processo articolato e complesso perché investe una moltitudine di attori: da una parte abbiamo gli oltre 8.000 Comuni d’ Italia, dall’ altra oltre 100 uffici provinciali, dall’ altra ancora 4.000 persone a livello di risorse umane che devono passare a lavorare dall’ Agenzia ai poli di decentramento comunale. Quindi il processo ha un impatto molto significativo, proprio per questo motivo il legislatore con il primo PCM di attuazione del d.l.gs. ha previsto tempi di attuazione di tre anni”( da L’ Ufficio Tecnico, Novembre 2002, p.1178.).Un processo così delicato ha necessità di supporto, per questo l’ Agenzia del Territorio ha stabilito forme di collaborazione con l’ANCI e l’ UNCEM proprio per cercare di avere un insieme di persone e di strutture che conoscendo le problematiche connesse al decentramento possono svolgere un ruolo di intermediazione nell’ ambito dei Comuni e delle Comunità Montane.
Proprio presso la sede della Comunità Montana “Vallo di Diano”, in data 22 Aprile 2002 si è tenuto il secondo convegno nazionale sul tema “Il Piano di Decentramento del Catasto ai Comuni”. Il Convegno promosso dall’ Associazione Nazionale delle Comunità Montane , UNCEM, e dall’ Agenzia del Territorio ha visto la partecipazione del Direttore generale dell’ ANCI , Associazione Nazionale dei Comuni Italiani dott. Fabio Melilli, del Direttore generale dell’ UNCEM dott. Bruno Cavini e del Direttore del Catasto ing. Carlo Cannafoglia a testimonianza dell’ interazione e della sinergia tra diversi attori per avviare un processo così ricco ed articolato.
Quali sono le Funzioni Catastali
Il piano di Decentramento riguarda , dunque, il passaggio delle attività e delle funzioni catastali ai Comuni. Ma che cosa si intende per funzioni catastali e quali sono?
“ La funzione catastale è per definizione correlata ad attività di conoscenza della realtà territoriale.Se la missione fondamentale è quella, da una parte, di gestire i servizi cartografici e la conservazione dei pubblici registri immobiliari, dall’ altra la novità tra le funzioni catastali è rappresentata dalla costituzione dell’ anagrafe immobiliare intesa come anagrafe catastale completata da tutte le informazioni che derivano dai pubblici registri immobiliari, quindi non solo gli oggetti ma anche i soggetti titolari di diritti .
L’ attività centrale è una operazione di aggiornamento ed informatizzazione del Sistema di Gestione Cartografico. L’ informatizzazione riguarderà gli atti di aggiornamento sia degli elementi geometrici che del patrimonio cartografico del Catasto. Questo consentirà di gestire ed “ usare” gli atti di aggiornamento in maniera completamente digitale. Il “ modulo del decentramento” che le Amministrazioni Comunali hanno ricevuto chiarisce tutte le novità, sia in termini di adeguamenti informatici, di normative che di strumenti operativi del nuovo catasto.
Da qualche mese , infatti negli uffici periferici dell’ Agenzia è iniziato il processo degli atti di aggiornamento geometrico e del patrimonio cartografico del catasto. All’ inizio dell’ anno era già attiva la procedura che introduce l’ acquisizione grafica degli elaborati tramite il DOCFA ( Catasto Fabbricati), mentre ci si avvia all’informatizzazione del Catasto Terreni tramite il Sistema PREGEO che porterà tre innovative modalità di aggiornamento della mappa catastale: l’ elaborazione grafica, l’ altimetria ed il GPS.Ma la vera novità consiste nell’ invio telematico degli atti di aggiornamento. Il nuovo sistema produrrà in maniera digitale un modello contenente il grafico della mappa catastale comprensivo delle nuove linee di frazionamento, con la nuova componente altimetrica si passa dalle quote assolute di rilievo alle relative ,inoltre tra le tecniche di rilievo verrà finalmente utilizzato il GPS.
Il rilievo tramite GPS non comporterà nessuna trasformazione dei dati del rilievo catastale, infatti, l’ applicazione del PREGEO riporterà il tutto nel giusto sistema di riferimento.
Agenzia del Territorio ed Enti locali: competenze e funzioni
Diverse sono le funzioni suddivise tra l’ Agenzia del Territorio e gli Enti Locali.
I compiti che l’Agenzia del Territorio avrà una volta attuato in maniera definitiva il processo di decentramento, sono quelli relativi al controllo della qualità delle informazioni, al monitoraggio ed alla gestione unitaria e certificata dei flussi di aggiornamento. Sempre tra le competenze dell’ Agenzia del Territorio vi è la definizione dei criteri per la classificazione censuaria urbana dei terreni e la determinazione dei redditi per la riclassificazione degli estimi.Inoltre, lo Stato, tramite l’ Agenzia del Territorio manterrà alcune funzioni fondamentali non solo di regia, ma anche gestionali, soprattutto in materia di servizi cartografici, nel settore della pubblicità immobiliare, ove con la realizzazione del progetto modello unico telematico si avranno risvolti positivi sull’allineamento dei soggetti nelle Banche Dati Ipotecarie e Catastali, e non ultimo l’anagrafe nazionale dei beni immobiliari.
In sintesi le funzioni mantenute dallo Stato sono:
Agli Enti Locali passerà , invece, la gestione degli atti del catasto terreni ed edilizio in materia di conservazione/aggiornamento nonché di utilizzazione e revisione degli estimi e del classamento.Il Comune diventa attore del Sistema e quindi un soggetto abilitato a registrare le eventuali modifiche verificatesi nel tempo nella consistenza e nella destinazione /utilizzazione degli oggetti immobiliari ( terreni e fabbricati).
In sintesi le funzioni che passeranno ai Comuni sono:
· Gestione degli atti del Catasto terreni ed edilizio urbano in materia di conservazione ed aggiornamento;L’obiettivo è quello di raggiungere un bacino di aggregazione “ minimo” che consenta di attivare la creazione di un Polo Catastale, i Comuni vedranno l’ istituzione dell’ Ufficio del Polo che avrà un collegamento diretto con l’ Agenzia del Territorio.
I piccoli Comuni, così come è stato detto in precedenza, hanno tre modalità per “ recepire” il passaggio delle funzioni catastali. Possono rimanere da soli o formare un’ aggregazione tra di loro oppure possono delegare la Comunità Montana che assolve quale ente sovracomunale alla funzione di aggregazione essendo essa stessa una amministrazione formata da Comuni. Infatti, la componente demografica ovvero la dimensione dei Comuni si pone come un ulteriore problematica da superare proprio quando si parla di “ economicità di gestione”; ecco perché gli Enti Locali ed in modo particolare le Comunità Montane dovranno assumere un forte impegno nell’ esercitare i loro mandati, agevolando le forme di aggregazione e recependo le deleghe dei Comuni affinché si possa superare la rilevante difficoltà di tipo organizzativa e ovviare alla problematica della diseconomia che è naturalmente connessa al percorso di decentramento. Molti sono gli interventi di sensibilizzazione che portano ad oggi a definire nella forma di aggregazione la modalità più funzionale alla gestione delle attività catastali.
Ai fini della presentazione degli atti di aggiornamento, i cittadini dei Comuni aggregati o che hanno delegato la Comunità Montana andranno all’ Ufficio del Polo che dovrà avere un collegamento diretto con l’ Ufficio dell’ Agenzia.
Con la concretizzazione del processo di decentramento verrà istituito l’ Ufficio del Polo, esso è un vero e proprio Ufficio Catastale completo di tutte le funzionalità e servirà i Comuni singoli aggregati oppure le Comunità Montane che hanno ricevuto la delega da parte delle Amministrazioni Comunali
Al Polo catastale spetteranno dunque tutte le funzioni che saranno decentrate a livello degli enti Locali. Nelle funzioni di loro competenza i poli catastali dovranno essere completamente autonomi e ad essi dovranno fare riferimento i cittadini. Una volta a regime un polo catastale sarà costituito da un front-office, da un back- office e da un archivio.
Tra Polo Catastale ed Ufficio Provinciale ci saranno continui flussi di scambio di dati di aggiornamento, a tal fine sarà potenziata la struttura informatica. Il processo di decentramento avrà conclusione quando l’Agenzia del Territorio non tratterà più le pratiche di competenza dei poli catastali, alla conclusione operativa corrisponderà poi una conclusione formale tramite D. P. C.M. che formalizzerà il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie dall’ Agenzia del Territorio agli Enti Locali.
Il processo di decentramento è indirizzato e coordinato , come si è già evidenziato, dall’ Agenzia del Territorio, che si fa carico della gestione di questa fase di passaggio e della transizione alla nuova situazione di Catasto delocalizzato.
Per questo motivo il processo di decentramento vero e proprio è preceduto da un iter di “ sperimentazione” che è tuttora in fase di completamento.
La sperimentazione avviata su 9 poli catastali ha le seguenti finalità:
Per la realizzazione del “ Piano di Decentramento” sono state individuate numerose attività progettuali tra le quali la sperimentazione presso alcune realtà locali, sia singole che associate, è una tra le più importanti.
Infatti, è stato possibile simulare i possibili percorsi di decentramento, dalla sperimentazione, inoltre, sono stati acquisiti anche gli elementi di giudizio necessari per definire le modalità di riparto delle risorse umane e finanziarie da trasferire ai Comuni per l’ esercizio delle funzioni catastali, unitamente alle indicazioni dei requisiti tecnico-organizzativi e degli strumenti normativo-procedurali necessari per consentire ai comuni e/o alle Comunità Montane le funzioni catastali.
Dall’ analisi sono emersi fattori di criticità derivanti dal funzionamento dei poli con particolare riguardo agli oneri di funzionamento delle strutture decentrate, al grado di professionalità degli addetti, ai fabbisogni in termini di formazione/assistenza, nonché ai livelli di qualità dei servizi da erogare. Ogni processo di decentramento, infatti, comporta la perdita delle economie di scala che una organizzazione centralizzata riesce a sfruttare.
I fattori di criticità riscontrati si possono così riassumere:
· Diseconomie di scala rispetto al modello provinciale;Ad oggi la fase di sperimentazione continua, ed il piano di decentramento continua nell’ attuazione di tre finalità ritenute prioritarie:
1. definizione di percorsi attuativi e di modalità organizzative tramite un’ apposita task –force;
Le problematiche della fase d’ avvio
Il trasferimento delle funzioni catastali dallo Stato ai Comuni pur essendo una particolare azione legata al Catasto ed all’ attuazione di quello che viene riconosciuto come “Piano di Decentramento Catasto_ Comuni”, porta in sé le stesse problematiche legate in generale ad un qualsiasi processo di trasformazione, di cambiamento, di innovazione. Infatti la vera novità di questa politica di decentramento è la nuova funzione che in genere viene data agli Enti locali. Un processo che non vede nel passaggio delle funzioni catastali ai comuni un’ azione isolata ma che fa parte di un cambiamento molto più profondo che coinvolge tutti gli aspetti della Pubblica Amministrazione.
Un momento di transizione ancora non concluso che porta ogni “ progetto di decentramento” ad affrontare nuove problematiche, una mentalità diversa ed una predisposizione al cambiamento.
Le istituzioni sono, infatti, costrette a ripensare il proprio ruolo: non c’è più un unico attore capace di governare la complessità sociale di un territorio.
Si sta passando dallo stato piramidale a quello di rete. Si parla più in generale di decentramento amministrativo.Tuttavia la fase sperimentale per ogni processo di “ decentramento “ avviato è ancora in piena attività. Definire ed attuare le politiche pubbliche è un processo articolato a cui partecipa una moltitudine di soggetti a prescindere dalla loro natura giuridica. Le decisioni ed il successo di un programma derivano, oggi, dalla capacità di soggetti diversi di interagire, mediare, attraverso la cooperazione ed il coinvolgimento paritetico nella realizzazione di un efficace piano di amministrazione della cosa pubblica.
I piani di decentramento hanno in sé numerose finalità che vanno poste come base imprescindibile da cui dover partire ma che rappresentano allo stesso tempo i punti nodali più difficili da attuare.
C’è un problema di risorse ( umane e finanziarie) ma soprattutto di una piena ed efficiente utilizzazione ed occupazione delle stesse. Le Regioni, le Province, le Comunità Montane, i Comuni ricoprono con diversi gradi di competenza e responsabilità una posizione oggettivamente centrale rispetto ai problemi di sviluppo e alle attività decentrate. Il loro orientamento, la loro capacità e competenza e soprattutto la capacità di dialogare è alla base di ogni politica innovativa. I diversi livelli istituzionali seppure con responsabilità differenti dovranno essere completamente responsabilizzati nella programmazione e nello sviluppo dei territori. Tutto questo richiede la costante ricerca finalizzata al raggiungimento di un equilibrio tra efficienza ed economicità nelle attività delle pubbliche amministrazioni e sulla creazione di prodotti/servizi moderni in linea con i bisogni reali dei cittadini e competitivi sul mercato.
Il punto più dolente, nell’ attività del decentramento è sicuramente quello che riguarda il trasferimento del personale.
L’ art. 24 L. 31 Gennaio 1994 n. 97 stabilisce che: “… le Comunità Montane possono operare quali sportelli dei cittadini per superare le difficoltà di comunicazione tra le varie strutture ed i servizi territoriali. Attraverso il Sistema Informativo della montagna viene sottoscritto in data 14/02/ 2000 il Protocollo d’ Intesa per l’ Ufficio del Territorio di Salerno presso la Comunità Montana “ Vallo di Diano” con i seguenti servizi:
In termini economici l’ attivazione dello sportello decentrato del catasto presso la Comunità Montana “ Vallo di Diano” per il 2001 ha comportato l’ impiego di numero tre dipendenti con un costo di euro 80.000
Una linea telefonica dedicata quattro giorni , più due rientri settimanali con un costo annuo di euro 25.000 circa.
Spese per energia elettrica, manutenzione, cancelleria ecc. per un ammontare di euro 30.000 circa. Il totale di spesa per un anno ammonta pertanto a euro 108.000 circa. Tutto ciò ha comportato concreti vantaggi per il cittadino in termini di economia, tempi, sicurezza, ma per contro, anche un elevato costo di gestione per la P.A.
Affinché il servizio sia economicamente vantaggioso per la Pubblica Amministrazione la Comunità Montana ha strutturato un modello organizzativo che si basa sulla:
L’ aggregazione ottimale è stata individuata nell’ ambito territoriale della stessa C.M. che ha già funzione di sportello al cittadino:
1. Bacino di utenza: 65.000 ab.
2. Estensione territoriale: 71.865 Ha.
3. Numero di Comuni interessati: 15
Il valore aggiunto è l’ economicità di gestione a tal fine i Comuni del Vallo di Diano hanno già deliberato con Atto Consiliare la delega delle funzioni catastali alla Comunità Montana.
La fase intermedia: la validità e l’ efficienza degli Sportelli Decentrati ( Seconda Parte)
La Comunità Montana “ Vallo di Diano” ha quindi attivato da ben due anni lo sportello decentrato del Catasto.
Ma qual’ è stato il percorso tramite cui si è giunti a tale risultato.
La stipula di un Protocollo d’ Intesa tra l’ Ufficio del Territorio di Salerno e la Comunità Montana “ Vallo di Diano” firmato in data 14/02/00, ha determinato l’ avvio di questo iter.
La norma cui fare riferimento è l’ art. 24 della Legge 31 Gennaio 1994, n. 97 recante “ Nuove disposizioni per le zone montane”, il quale stabilisce che “ le Comunità Montane possono operare quali sportelli dei cittadini per superare le difficoltà di comunicazione tra le varie strutture ed i servizi territoriali”; nell’ ambito di tale disposizione di legge, in data 30/6/1998 è stato sottoscritto un Protocollo d’ Intesa tra il Ministro delle Finanze-Dipartimento del territorio ed il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, avente ad oggetto l’ apertura di sportelli decentrati degli Uffici del Territorio presso i siti erogatori del servizio S.I.M.. Il citato protocollo prevedeva che il Dipartimento del Territorio consentisse l’ acceso telematico alle informazioni di natura catastale presso i siti erogatori dei servizi del Sistema Informativo della Montagna, servizio esplicato mediante visura catastale e di cui la Comunità Montana deve usufruirne a titolo gratuito secondo le prescrizioni sulla riservatezza dei dati. Inoltre i servizi di visura e certificazione catastale saranno resi disponibili a titolo oneroso anche all’ utenza esterna secondo le normative vigenti.
Con questi presupposti la Comunità Montana Vallo di Diano con delibera di Giunta Esecutiva n. 135 del 15/9/1998 stabiliva di procedere all’ attivazione di uno Sportello Catastale presso la Sede dell’ Ente comunitario, individuando i locali idonei allo scopo e, nel contempo, si metteva a disposizione proprio personale da affiancare a quello dell’ Agenzia del Territorio di Salerno.Per quanto concerne i servizi, i primi resi disponibili sono i seguenti:
Visure
Consultazioni
Certificazioni
Servizi
Distribuzione modulistica
Tutti i modelli in uso del catasto dei terreni e dei fabbricati
Ritiro certificazione
L’ ufficio del Territorio di Salerno s’ impegna a fornire, con onere a carico della Comunità Montana le copie dei fogli di mappa aggiornati di tutti i quindici Comuni membri ( Sanza, Buonabitacolo, Casalbuono, Montesano, Padula, Sassano, Monte San Giacomo, Teggiano, S. Rufo, S. Pietro al Tanagro, S. Arsenio, Polla, Pertosa, Atena Lucana, Sala Consilina), Concordando le modalità per consentire in un immediato futuro anche l’ erogazione del servizio relativo alla visura delle mappe.
La fase intermedia: la validità e l’ efficienza degli Sportelli Decentrati ( Terza Parte)
In data 19 Dicembre 2000 fra il Ministero delle Finanze – Dipartimento del Territorio e la Comunità Montana “ Vallo di Diano” viene stipulato un Protocollo d’ Intesa per la disponibilità della Banca Dati Catastale aggiornata relativa all’ intero territorio comunitario.
La stipula del citato protocollo ha come presupposto una serie di azioni da parte di diversi Ministeri.
Infatti, il Ministero delle Finanze-Dipartimento del Territorio, ha in corso di attuazione l’ automazione degli Uffici provinciali, relativamente ai servizi di visura e certificazione per le informazioni cartografiche ed alfanumeriche del Nuovo Catasto Terreni e del Catasto Fabbricati.
Pertanto l’ Amministrazione del Catasto ha intrapreso da tempo le attività per la formazione delle banche dati di cartografia e delle informazioni amministrativo-censuarie, per questo motivo le informazioni presenti nelle banche dati catastali richiedono frequentemente interventi preliminari di aggiornamento, onde ottenere una immagine fedele della situazione, delle attività e degli insediamenti per la predisposizione di corretti programmi di pianificazione territoriale.
Inoltre, proprio in base alla legge n. 142 del 1990 si pone per i Comuni e per le Comunità Montane, l’ esigenza di definire nuovi modelli organizzativi per l’erogazione di servizi ai cittadini ( presso la Comunità Montana “ Vallo di Diano” è già operante lo sportello decentrato per i servizi catastali dell’ Ufficio del Territorio di Salerno), proprio in base a queste premesse tra le due parti si stabilisce una collaborazione strutturata nei seguenti punti:
1) la gestione della banca dati del Catasto terreni sia per la formazione e l’ aggiornamento della cartografia numerica sia per l’ aggiornamento degli archivi censuari, tenuto conto, ecc.
2) la determinazione analitica delle coordinate plano-altimetriche della maglia dei punti fiduciali in relazione ai seguenti aspetti:
· l’Amministrazione del Dipartimento del Territorio ha introdotto, con un‘apposita normativa emanata nel 1998, una nuova disciplina nella redazione degli atti geometrici di aggiornamento della cartografia catastale;
· i rilevamenti topografici per la redazione degli atti geometrici di aggiornamento devono essere appoggiati a vertici indicati dall’Amministrazione, denominati punti fiduciali;
· parte di tali vertici costituiscono una maglia primaria di punti fiduciali e rappresentano un vero e proprio raffittamento delle reti trigonometriche di inquadramento della cartografia, mentre per la restante parte, più numerosa, costituiscono una maglia secondaria e rappresentano solo i vertici di appoggio dei rilievi di dettaglio;
3) l’aggiornamento degli Archivi del Catasto fabbricati e formazione dell’ Archivio magnetico delle schede planimetriche, tenuto conto che:
4) la Formazione dell’ Anagrafe Fiscale delle Unità Immobiliari in relazione ai seguenti aspetti:
La Comunità Montana “Vallo di Diano” ed il Ministero delle Finanze- Dipartimento del Territorio hanno , quindi , definito un Protocollo d’ Intesa per il conseguimento delle seguenti finalità:
1) gestione della banca dati di catasto terreni sia per la formazione e l’ aggiornamento della cartografia numerica, sia per l’ aggiornamento degli archivi censuari;
2) determinazione analitica delle coordinate plano-altimetriche della maglia dei punti fiduciali;
3) aggiornamento degli Archivi del Catasto fabbricati e formazione dell’ archivio magnetico delle schede planimetriche;
4) revisione del classamento delle unità immobiliari urbane;
5) controllo ed allineamento della toponomastica;
6) formazione dell’ anagrafe fiscale delle unità immobiliari urbane.
Per quanto concerne la gestione della banca dati catasto terreni per la formazione e l’ aggiornamento della cartografia numerica, il protocollo d’ intesa prevede:
1) aggiornamento e digitalizzazione delle mappe esistenti;4) aggiornamento della cartografia numerica e degli archivi censuari mediante recupero.
La Comunità Montana Vallo di Diano e lo Sportello Decentrato: metodi, procedure e risultati;
Presso la Comunità Montana Vallo di Diano, il 22 Aprile 2002 si è tenuto un Convegno sul Tema “ Il Piano di Decentramento del Catasto ai Comuni”.
Il Convegno , promosso dall’ Associazione Nazionale dei Comuni, dall’ Unione Nazionale delle Comunità Montane e dall’ Agenzia del Territorio, con il supporto della Comunità Montana “ Vallo di Diano”, primo convegno nazionale inerente il decentramento del catasto ai Comuni.
Proprio in questa occasione il Direttore Tecnico Urbanistico della Comunità Montana ing. Michele Rienzo ha illustrato i metodi, le procedure ed i risultati dell’ attivazione dello Sportello Decentrato presso la C.M. Vallo di Diano”…… Il processo di decentramento, soprattutto delle attività catastali, ha una valenza fondamentale perché è l’ unico mezzo che lega il territorio alla proprietà, infatti, attraverso il Comune di appartenenza, il numero di foglio ed il numero di particella, si riesce ad individuare esattamente la porzione di territorio, e sappiamo bene, che questo è necessario anche per la predisposizione di ogni strumento urbanistico.
La Comunità Montana “ Vallo di Diano” nel 1997 ha predisposto un progetto per la strutturazione di un Sistema Informativo Territoriale è già in quel momento ci fu un primo investimento sul catasto.
Il primo passaggio, proprio perché le Comunità Montane possano operare come sportello dei cittadini, è stata la sottoscrizione attraverso il SIM del protocollo d’ intesa con l’ Ufficio del Territorio di Salerno, per l’ attivazione di uno sportello catastale decentrato.
Questo sportello , ovviamente, può espletare solo funzioni di visura, consultazioni, certificazioni, informazioni.A questo proposito, importante è il contributo del dott. Bruno Cavini Direttore Nazionale dell’ UNCEM “….la visura catastale a tutti i cittadini. Era una richiesta che veniva portata avanti da tanto tempo e che noi abbiamo accelerato attraverso il Sistema Informativo della Montagna, realizzato dal Ministero dell’ Agricoltura. Attraverso il S.I.M. si completa ciò che era stato stabilito con l’ articolo 24 della legge 97 che vedeva la Comunità Montana esercitare il ruolo di sportello decentrato per i cittadini per fornire una serie di servizi. Il S.I.M. , inoltre, ha il possesso delle ortofoto. Pertanto è facile sovrapporre la funzione del Catasto con le stesse ed avere una conoscenza diversa ed approfondita del territorio….”Da un quadro riepilogativo per l’ anno 2001 si evince che le operazioni effettuate sono state circa 21.000 e si è avuto un totale di entrate pari a circa 95.000 euro, da Aprile del 2002 lo sportello è pilota anche per l’ attivazione del DOCFA e del PREGEO. Le spese di gestione sono per l’ anno 2001, per un numero tre dipendenti, pari a circa 80.000 euro, la linea telefonica dedicata che si collega alla banca dati centrale per 4 giorni alla settimana più 2 pomeriggi ha apportato una spesa pari a circa 25.000 euro, le spese di acqua, luce, riscaldamento e cancelleria ammontano a circa 3.000 euro. La spesa totale è quindi di 108.000 euro.
I vantaggi per i cittadini sono enormi, basti pensare che tutte queste operazioni prima venivano svolte a Salerno che dista 100 KM dal Vallo di Diano. I vantaggi per i cittadini, chiaramente, sono in termini di economia, tempi e sicurezza, questo soprattutto nelle aree montane.
Il discorso è diverso per le Pubbliche Amministrazioni, infatti, certamente questo processo non è vantaggioso.
E proprio su questo punto la Comunità Montana Vallo di Diano ha cercato di strutturare un modello organizzativo che si basa su due punti fondamentali:
1. l’ individuazione dell’ aggregazione ottimale per l’ esercizio associato di funzioni,
2. l’ individuazione del valore aggiunto, cioè come rendere la gestione economica al fine di poter erogare servizi ai cittadini, alle imprese, alle amministrazioni locali, sulla base delle seguenti azioni:
Per quanto riguarda l’ aggregazione ottimale, il bacino di utenza della Comunità Montana “ Vallo di Diano” è di 65.000 abitanti ed una estensione territoriale di 71.000 ettari e quindici Comuni.
I sindaci dei Comuni appartenenti alla Comunità Montana Vallo di Diano sono stati da subito attenti a questa problematica, infatti, hanno delegato con atto consiliare la Comunità Montana Vallo di Diano per le funzioni Catastali.
Il secondo punto del nostro modello è il valore aggiunto per l’ economicità di gestione: dotarsi di un Sistema Informativo Territoriale.
Parte II
La Comunità Montana Vallo di Diano e lo Sportello Decentrato: metodi, procedure e risultati;
Intervento dell’ ing. Michele Rienzo, Direttore Tecnico-Urbanistico della C.M. Vallo di Diano
“Il valore aggiunto per l’ economicità di gestione è dato dalla creazione di un Sistema Informativo Territoriale.
Il Progetto SIT della Comunità Montana “ Vallo di Diano” nasce nel 1997. Che cosa prevedeva questo progetto? Intanto la realizzazione di una Banca Dati aggiornata relativa al territorio dell’ intero Vallo di Diano. Il secondo punto è il Laboratorio del SIT , costituito da esperti e professionisti locali.
Per la gestione della Banca Dati Catastale la Comunità Montana Vallo di Diano, ha sottoscritto un protocollo d’ Intesa con il Ministero delle Finanze, Dipartimento del Territorio, per la disponibilità della Banca dati Catastale.
Che cosa si riesce ad ottenere?La gestione della banca dati del Catasto Terreni , sia per la formazione e l’ aggiornamento della cartografia numerica, sia per l’ aggiornamento degli archivi censuari. Nel Vallo di Diano abbiamo 570 fogli di mappa che digitalizzeremo e aggiorneremo, raccordando queste mappe a 1000, a 2000 e 4000 con le altre cartografie. Un passaggio importante è la determinazione delle unità immobiliari non denunciate in catasto, mediante l’ aggiornamento della cartografia catastale con i rilievi aerofotogrammetrici . Nell’ ambito del progetto è previsto, infatti, un rilievo a 10.000 che ci consentirà di sovrapporlo alla digitalizzazione dei fogli catastali per identificare le unità immobiliari che non sono state denunciate. Importante è il controllo e l’ allineamento della toponomastica.
A questo proposito si è pronunciato anche il direttore del Catasto ing. Carlo Cannafoglia, egli infatti sottolinea che a proposito degli atti di aggiornamento spiega “…
Se vado a prendere un foglio di mappa non trovo i fabbricati, non trovo rappresentate le strade, non sempre sono rappresentati quei frazionamenti che afferiscono soprattutto all’ esproprio per pubblica utilità. Infatti, mentre da parte dei privati c’è quasi sempre un interesse nel presentare atti di aggiornamento ( se non altro per trasferire i diritti devo prima individuare l’ oggetto), spesso nelle Amministrazioni pubbliche questa sensibilità non c’è, e quindi molto frequentemente le nuove strade non sono rappresentate perché i piani particellari di esproprio ancora non sono stati conseguiti, ovvero mancano immobili di valenza pubblica perché spesso Ministeri od Enti territoriali realizzano l’ immobile ma non sempre lo presentano in Catasto per la relativa acquisizione agli atti. “Un Sistema Informativo Territoriale, dunque, è questo il valore aggiunto ed in questa ottica si muove la Comunità Montana “ Vallo di Diano” ed in particolare attraverso il Laboratorio del SIT Vallo di Diano.
Partiamo dal numero di particella , di foglio, di mappa e dal Comune di appartenenza . I fogli dopo i lavori saranno tutti in formato numerico ed aggiornato.
Il laboratorio, costituito da esperti e professionisti locali, è suddiviso in sette tematismi, ognuno di questi approfondirà tematiche diverse e quindi arricchirà la base, cioè la singola particella catastale;
ad esempio il sottosistema naturale indicherà quelli che sono i vincoli, il rischio idrogeologico ecc. Il sottosistema antropico curerà l’ uso colturale della particella, qual è l’ uso colturale che è più conveniente, ecc.
Il sottosistema istituzionale curerà l’ individuazione dei piani regolatori dei singoli comuni, dei piani attuativi, nonché dei piani sovraordinati con il coordinamento della provincia. Gli aspetti demo- antropologici e socio-economici quindi anagrafe, dati statistici, occupazione, mercato del lavoro e strutture produttive. Il sottosistema percettivo -paesaggistico curerà gli aspetti ambientali anche in un’ottica di fruizione, di promozione e valorizzazione. Quindi la singola particella verrà arricchita di questi elementi, ognuno dei quali è un valore aggiunto, che la Comunità Montana “ Vallo di Diano” trasferirà ai Comuni, alle imprese, ai cittadini avendo così la possibilità di erogare servizi innovativi.
A proposito di servizi interessante è l’intervento del dott. Fabio Melilli, Direttore Generale dell’ ANCI ”….dal punto di vista economico la gestione da parta della Comunità Montana “ Vallo di Diano del polo catastale, il cui bacino di utenza è di 65.000 persone, coprirà appena i costi di gestione. Si rende , quindi, necessaria la nascita di servizi per la fruizione del Catasto, per esempio attraverso la messa in rete dei dati, in modo da consentire a tutti i Comuni di fare un salto di qualità. Questo può essere interpretato anche in termini di visibilità politica; se, ad esempio, il sindaco si accorgesse che la banca dati è arretrata, può prevedere il suo aggiornamento. Ciò si trasformerà in miglioramento dei servizi da erogare al cittadino…”.
Economicità di gestione e servizi efficienti per i cittadini: Il SIT della Comunità Montana “Vallo di Diano”
Per sostenere l’auspicato sviluppo locale, in seguito ai recenti dispositivi legislativi mirati al decentramento dei poteri amministrativi verso gli E. E. L. L., è emersa la necessità di conoscere in modo sistemico il territorio.
I cittadini, le associazioni, la popolazione in senso ampio, così come gli amministratori pubblici hanno bisogno di una corretta informazione territoriale per regolare, ciascuno nel proprio ambito, specifici comportamenti.
In particolare una moderna Pubblica Amministrazione ha sempre più come suo obiettivo prioritario quello di migliorare le relazioni tra cittadini e P. A., di migliorare e di ottimizzare la qualità dei servizi, di velocizzare le modalità attraverso cui la popolazione entra in contatto con l’ente locale per accedere ed usufruire dei vari servizi.
Le attese dei cittadini si incentrano su accessibilità, efficienza ed innovazione .
Gli Enti pubblici devono essere in grado di soddisfare tali esigenze e di disporre di una informazione e di una comunicazione puntuale sui servizi e sulle procedure.
Il settore pubblico deve, quindi, guardare sempre più alle esperienze di customer care e di customer satisfaction sviluppato nel mondo delle imprese. Attraverso l’adozione di standard efficaci e di adeguate metodologie di rilevazione di qualità si dovrà promuovere e condurre una analisi della situazione attuale; emerge la difficoltà per imprese e cittadini di comunicare con le Amministrazione e la difficoltà tra le stesse Amministrazioni Pubbliche, per esprimere esigenze, formulare richieste o avere informazioni, così come lo scarso livello, in generale, dei servizi offerti.
Di fronte a queste nuove sfide, diventa quindi elemento essenziale per ogni amministrazione pubblica, ed in modo particolare per quella locale, la capacità di:
· conoscere e comprendere le risorse offerte dal proprio territorio;L’introduzione di nuove tecnologie è un elemento essenziale per raggiungere tali obiettivi. Tuttavia, la tecnologia da sola non basta, sarebbe auspicabile immaginare un disegno più ampio che tenga conto di soluzioni tecnologiche, organizzative e comunicative.
Al tempo stesso, una vera e propria liberazione di spazi e di energie, realizzata attraverso la trasposizione dei processi su nuovi canali (multicanalità) consentirà alle amministrazioni locali di trasformarsi nei luoghi del “governo locale”avendo come principale attività la pianificazione del territorio e delle risorse ed il controllo e la gestione.
Inoltre, proprio in seguito ai processi di decentramento amministrativo si fa sempre più strada la politica della sussidarietà e dell’economicità.
A questo proposito, i Comuni, medi e piccoli, sia per, motivi organizzativi che per motivi economici non sono in grado di realizzare “Sistemi Informativi”che consentano loro di “gestire”il territorio. Per ovviare a tale problematica la Comunità Montana “ Vallo di Diano” ha progettato,ed in seguito realizzerà attraverso la Direzione Tecnico-Urbanistica l’ implementazione di un Sistema Informativo Territoriale dei Comuni che ne fanno parte.
Infatti, le Comunità Montane sono state riconosciute dal disegno di legge La Loggia, approvato dal Senato, in maniera esplicita e formale , come un anello essenziale e necessario per garantire l’ effettiva attuazione della riforma costituzionale del 2001. Anche se non richiamate testualmente e nominativamente nel testo costituzionale , le Comunità Montane , per espressa previsione legislativa , in sede di adeguamento dell’ ordinamento della Repubblica , al mutato quadro delineato
dal disegno di legge, diventano uno snodo indispensabile per il funzionamento del complesso meccani
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