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Assunzioni per PNRR in Comuni fino a 5.000 abitanti: in GU il riparto

Sulla Gazzetta Ufficiale n° 43 del 20/02/2023 è stato pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che sancisce il riparto del Fondo, previsto dall’art. 31-bis, co. 5 del DL 152/2021, per le assunzioni di personale a tempo determinato fino all’anno 2026, in favore di Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti e attuatori dei progetti PNRR che hanno presentato richiesta.

Su 896 richieste, 760 sono i piccoli Comuni beneficiari delle risorse, per un totale di 1.026 unità di personale richieste, necessarie per l’attuazione dei progetti del PNRR, incluse quelle con rapporto di lavoro a tempo parziale, distinte tra le categorie di inquadramento D, C e B3. La successiva istruttoria avviata a riguardo ha consentito di verificare la rispondenza ai requisiti di legge e a definire il riparto.

Le istanze erano state presentate nel periodo di apertura del bando a maggio 2022, attraverso il portale lavoropubblico.gov.it del Dipartimento della Funzione Pubblica. FormezPA ha affiancato il Dipartimento della Funzione Pubblica nel supporto alle Amministrazioni nelle fasi di presentazione dell’istanza e di soccorso istruttorio, al fine di evitare che qualche Comune potesse rimanere escluso, pur avendo titolo al beneficio.

Il Dipartimento della funzione pubblica, il Ministero dell’Interno e il Mef sono al lavoro per consentire l’utilizzo delle somme non utilizzate per il 2022.

D’altronde, tali assunzioni si rivelano essenziali per i Comuni del sud, e in particolare di quelli più piccoli. Una recente ricerca di Svimez ha evidenziato la difficoltà degli enti del Mezzogiorno nella gestione dei bandi PNRR. L’ostacolo maggiore è la carenza di personale specializzato, in grado di portare a termine i progetti. Il problema si manifesta soprattutto nelle opere con investimenti da 150 mila euro a un milione: le amministrazioni meridionali impiegano mediamente più di undici mesi nella fase iniziale di affidamento dei lavori, rispetto ai tempi più brevi del resto della penisola. Il mancato ricambio di personale degli ultimi venti anni, che avrebbe dovuto fornire le competenze necessarie, è all’origine del problema, visto che al Sud solo una piccola percentuale di lavoratori comunali è laureata.

Il governo ha cercato di affrontare il problema attraverso la stabilizzazione di una parte dei tecnici assunti a tempo determinato. Restano fuori quelli assunti negli enti locali del Meridione, dove rimane forte il divario nella partecipazione ai bandi rispetto al resto del Paese.

 

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